Storia dei Servizi Segreti Italiani
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REDAZIONE – L’attuale comparto della nostra intelligence nazionale può essere definito a “Sistema Binario”, poiché comprende un servizio per la sicurezza esterna e uno per la sicurezza interna.
Nello specifico, le due agenzie sono: Agenzia per le Informazioni e la Sicurezza Esterna (AISE) e Agenzia per le Informazioni e la Sicurezza Interna (AISI). AISE e AISI sono, tra l’altro, coordinate dal Dipartimento Informazioni per la Sicurezza (DIS).
L’Italia è dotata di un sistema binario a livello di intelligence dalla fine del XIX secolo. Tuttavia, mi limiterò ad analizzare le ultime due leggi che hanno caratterizzato il nostro comparto di intelligence: la 801 del 1977 e la 124 del 2007.
È bene ricordare il nostro attuale sistema di intelligence è frutto della legge 124 del 2007, che ha sostituito la legge 801 del 1977 e le modifiche apportate sono state notevoli ed è giusto fare un breve raffronto fra i due sistemi.
L’intelligence nazionale subì un importante trasformazione con la legge 801 del 1977, passando nella piena responsabilità della politica. La legge 801 portò il sistema ad un modello (binario) che divideva il Servizio Informazioni Sicurezza Militare (SISMI) dal Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica (SISDE) di tipo civile. Le due nuove agenzie furono poste alle dirette dipendenze dei ministri della Difesa (SISMI) e dell’Interno (SISDE), mentre l’alta direzione e la responsabilità della politica informativa e della sicurezza furono assegnate al presidente del consiglio dei ministri.
Quest’ultimo, per il coordinamento dei due enti, si doveva avvalere del segretario del Comitato Esecutivo per i Servizi di Sicurezza (CESIS). Importante sottolineare che al SISMI fu affidato l’attività all’estero, ai fini della sicurezza nazionale, invece al SISDE fu assegnato il compito della sicurezza della Repubblica e delle sue istituzioni. Molti affermano che i risultati migliori per l’intelligence italiana arrivarono proprio con la legge 801 del 1977 con la creazione di SISMI e SISDE.
A tale riguardo, una figura di spicco del SISMI fu l’ammiraglio Fulvio Martini, nome in codice “Ulisse”; l’ammiraglio fu direttore dell’agenzia dal maggio del 1984 al febbraio del 1991.
Come accennato in precedenza il modello organizzativo dell’intelligence italiana rimase invariato fino al 2007, quando il Parlamento approvò un importante riforma, la legge 124/2007, “Sistema d’informazioni per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto di Stato”, che andò a sostituire la legge 801 del 1977. A tale riguardo, Alberto Pagani nel suo saggio “Manuale di intelligence e servizi segreti” scrive: “Con la 124 il Parlamento ha varato una riforma complessiva della politica dell’informazione per la sicurezza, nell’interesse e per la difesa della Repubblica e delle istituzioni democratiche poste dalla Costituzione a suo fondamento”.
È bene precisare che con questa nuova legge vennero ridisegnati organi, funzioni e compiti del sistema d’intelligence. Il SISMI fu sostituito con l’AISE mentre il SISDE con l’AISI.
Come accennato in precedenza le due nuove agenzie sono coordinate dal DIS, che prese il posto del CESIS. Inoltre, AISE e AISI non dipendono più dal ministro della Difesa e dal ministro dell’Interno (fortemente ridimensionati). Infatti, la nuova legge attribuisce direttamente al presidente del consiglio dei ministri l’alta direzione e la responsabilità del comparto dell’intelligence nazionale.
Il presidente del consiglio può designare un’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.
Inoltre, è stato istituito il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR); è stato creato anche il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR) e tra i suoi compiti vi è quello di verificare che “l’attività del Sistema di Informazioni per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione, delle leggi e nell’esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni”.
Il generale Mario Mori (direttore del SISDE dall’ottobre del 2001 al dicembre 2006), in merito alla legge 124 del 2007, scrive: “Rappresenta una svolta rilevante nella storia dei nostri Servizi, poiché definisce e inquadra compiti, criteri e princìpi che regolano le funzioni dell’intelligence nazionale, con un’organicità e un’accuratezza mai registrate in precedenza”.1
Le principali novità apportate dalla 124 sono:
- la dipendenza della comunità d’intelligence, attribuita direttamente al presidente del consiglio dei ministri;
- la definizione del sistema d’informazione e delle sue interazioni con le altre amministrazioni Statali, fra cui l’Autorità Giudiziaria;
- le garanzie funzionali per gli operatori, tese a favorire e proteggere la loro attività e quella delle fonti;
- la nuova disciplina del “segreto di Stato” e del “controllo parlamentare” sulle condotte del comparto dell’intelligence nazionale.
Per quanto concerne il profilo strettamente operativo, secondo procedure prefissate, agli agenti è consentito oggi di:
- assumere identità fittizie;
- costituire società di copertura per attività simulate;
- effettuare intercettazioni telefoniche e telematiche;
- commettere, previa autorizzazione formale, reati funzionali alla conduzione di attività informative;
- accedere a numerose banche dati.2
In sostanza, la legge 124 ha notevolmente rivisto il campo di competenza della nostra intelligence. Infatti, oltre ai classici interessi di tipo politico-militare, oggi la nostra intelligence è chiamata a proteggere e supportare anche quelli economici, scientifici e industriali.
Queste importanti novità introdotte con la legge 124 prevedono alcuni aspetti del concetto di Sicurezza Nazionale, anche se in Italia non esiste un Consiglio per la Sicurezza Nazionale…
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1 M. Mori, Servizi Segreti. Introduzione allo studio dell’intelligence, Grisk, Roma, 2015, p. 165
2 Ibidem, p.165-66
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